
Cooperativa di Comunità Identità e Bellezza – Museo Diffuso dei 5 Sensi Sciacca
Sciacca
Siamo la prima cooperativa di comunità della Sicilia. Grazie ad una comunità connessa trasformiamo le risorse del territorio in valore sociale, culturale, economico per uno sviluppo equo e sostenibile.
L'IDEA
La nostra è una Cooperativa di Comunità, la prima riconosciuta in Sicilia. Siamo nati con lo scopo di trasformare le risorse del nostro territorio in valore sociale, culturale, ambientale, economico, umano attraverso un patto che la comunità di Sciacca ha stretto al fine di generare uno sviluppo che sia per tutti (e quindi equo) e per tutte le generazioni (e quindi sostenibile).
Questo patto di comunità è stato ufficialmente riconosciuto dalla Regione Siciliana che, nel febbraio 2020, ci ha accreditati come Ecomuseo Siciliano, tra i primi 11 nati nella nostra regione, con il nome di Ecomuseo dei 5 Sensi di Sciacca.
Per unire i valori della comunità all’efficienza di un’impresa, nell’aprile del 2020 è nata la Cooperativa di Comunità, divenuta ente gestore dell’ecomuseo.
Come cooperativa, in pieno periodo covid e nell’arco di appena due anni, abbiamo creato da zero a oltre 50 esperienze del fare, 11 Infopoint Diffusi in città, una governance chiara, partecipata e diffusa e una narrazione identitaria anch’essa diffusa. Tutto per rendere condivisibili e fruibili le identità del nostro territorio e trasformare queste risorse in economia, l’Economia della Bellezza, un’economia dove utile e etico non sono mai in contrapposizione, ma concorrono al benessere e alla felicità di chi vive sul territorio e di chi lo viene ad esplorare.
Comunità e Territorio si riconnettono in un unicum identitario contemporaneo, vivo.
Tutto ciò ha generato due cose: CAMBIAMENTO e INNOVAZIONE.
1. I cambiamenti che abbiamo prodotto sono al tempo stesso di tipo sociale, culturale, ambientale ed economico.
Ecco alcuni esempi dei cambiamenti innescati:
CAMBIAMENTO SOCIALE: oggi a Sciacca c’è una comunità coesa, sana. È cambiato il modo con cui la comunità interagisce e coopera per co-generare felicità e benessere. La diversità è diventata un ulteriore punto di vista e risorsa per la comunità. Si è recuperato il senso del possibile.
Esempi concreti:
o gli imprenditori della ricettività hanno iniziato a collaborare e non più a combattersi. Le interazioni tra professionisti diversi come artigiani e attività ricettive aumentano la coesione sociale, la creatività e il livello di accoglienza nelle singole strutture;
o diversamente abili sviluppano esperienze per normodotati, come guidare una barca senza l’uso della vista e, a insegnarlo, è Stefano, non vedente;
o una via storica del centro storico è stata rigenerata attraverso un elemento identitario come la ceramica, e a partecipare ai lavori e alla gestione del sito è la comunità tutta: artigiani, vivaisti, commercianti, imprenditori, residenti, studenti e persino i turisti che adesso si fermano a fotografare. Le persone che vivono intorno alla strada oggi se ne occupano e si è creata coesione sociale intorno ad un bene pubblico oggi protetto.
o grazie al progetto “drop-in” decine di ragazzi delle scuole superiori sono stati coinvolti nella struttura organizzativa del Museo Diffuso, resi consapevoli e competenti del potenziale identitario da trasmettere ai cittadini temporanei e sono diventati a loro volta “narratori di bellezza” del proprio territorio.
CAMBIAMENTO CULTURALE: il bene culturale ha iniziato a generare economia e conoscenza - come auspica la convenzione di Faro - grazie alla riapertura e alla valorizzazione di beni comuni per opera delle persone che vivono sul territorio.
Esempi concreti:
o vengono create audioguide su di una piattaforma gratuita, izi.travel, e la comunità si riappropria della propria storia. Ne prende consapevolezza, e inizia a raccontarla per permettere ai turisti di fruirne in modo autonomo;
o viene riaperta la chiesa della Badia Grande, uno dei simboli della città, e a gestirne la fruizione sono i “custodi dei beni comuni”, ovvero i volontari delle 48 associazioni della rete del museo diffuso. La “Convenzione di Faro” viene applicata materialmente perché la comunità si riappropria di un bene;
o la cooperativa di comunità apre per la prima volta a scopo turistico-culturale le antiche Grotte Vaporose del Monte Kronio, chiuse da anni, un bene geologico, archeologico e culturale unico al mondo. In meno di un mese, con aperture di due ore al giorno affidate solo a volontari, ben oltre 2000 visitatori e la stampa parla di record. Si dimostra il potenziale nascosto dei beni comuni;
o le esperienze del fare permettono di preservare un patrimonio immateriale - dall’artigianato all’enogastronomia casalinga - che rischia di andare perduto se non sostenuto da un’economia sostenibile che compensa fondi pubblici sempre meno reperibili.
CAMBIAMENTO AMBIENTALE: la tutela ambientale è diventata anche una strategia di sviluppo. L’ambiente da vincolo a opportunità.
Esempi concreti:
o le associazioni ambientaliste sono parte integrante dell’offerta turistica (Oasi Marevivo di Eraclea Minoa);
o le strutture ricettive si sono impegnate a sostituire le saponette usa e getta con sapone liquido, bio, prodotto con le olive o con le zagare del territorio. I dispenser sono pezzi unici ed originali realizzati dai ceramisti della cooperativa di comunità in accordo con le richieste dei b&b. Migliorata l’accoglienza e si sta alzando la qualità di un determinato target di turisti che sono interessati a venire proprio perché la destinazione diventa sempre più green;
o sono state sviluppate esperienze connesse al turismo slow per soddisfare la richiesta di un mercato green;
o valorizzate le risorse endogene della comunità per sviluppare una filiera a km zero supportata dalle molteplici attività dei soci della cooperativa di comunità (cibo nei b&b, prodotti nei negozi, degustazioni presso le esperienze, prodotti consumati nei ristoranti).
CAMBIAMENTO ECONOMICO: la bellezza condivisa e resa fruibile attraverso la narrazione e le esperienze create e gestite dalla comunità - resa consapevole e competente - genera economia. Da subito.
È cambiato il tipo di turista che oggi si ferma a vivere il territorio per più giorni, e non più per 1 giorno e nel solo periodo estivo, questo in primis grazie all’offerta variegata di esperienze che intercettano le aspettative del turismo contemporaneo. Sta migliorando la qualità dell’accoglienza così da poter intercettare nel tempo una clientela più esigente, high quality e tendenzialmente high spender. Sono arrivate richieste spontanee di collaborazione da parte di imprese che lavorano con smartworkers.
Esempi concreti:
o nuove professionalità, funzionali alla gestione del Museo Diffuso, sono state sviluppate all’interno della Cooperativa
o sono stati remunerati servizi accessori alla gestione del Museo Diffuso: grafica, fotografia, video, comunicazione, stampe, acquisto materiali e beni
o le oltre 50 esperienze hanno generato nuovi ricavi diretti in primis per gli artigiani;
o sono aumentate le notti prenotate presso i b&b grazie alle esperienze disponibilii;
o è aumentato di circa il 30% il fatturato per i commercianti del quartiere rigenerato;
o sono stati stretti accordi con strutture alberghiere strategiche del territorio che hanno deciso di investire per destagionalizzare (Aeroviaggi);
o società che si occupano di smart working hanno scelto Sciacca come partner operativo (Smartway);
o la comunità di Sciacca è diventata oggetto di uno studio della Banca Ifis per capire quanto vale la Bellezza in Italia;
1. L’innovazione è sia tecnologica sia dei processi.
INNOVAZIONE TECNOLOGICA: oggi, per esempio, i nostri Infopoint possono accogliere in qualsiasi lingua del mondo grazie ai traduttori simultanei: abbiamo abbattuto ogni barriera linguistica. Grazie a piattaforme tecnologiche e internazionali come izi.TRAVEL, chi viene a Sciacca oggi può accedere gratuitamente ad audioguide per conoscere il patrimonio materiale e immateriale del nostro territorio. Questi sono solo alcuni degli esempi dell’innovazione tecnologica che abbiamo apportato.
INNOVAZIONE DI PROCESSI: per quanto riguarda l’innovazione dei processi, abbiamo generato una governance chiara e partecipata che permette una presa di consapevolezza e una gestione condivisa del patrimonio materiale e immateriale della nostra città: un CdA con 10 persone e competenze trasversali, un Management Board con 30 persone e competenze specifiche per i vari settori di attività della cooperativa, un Supervisory Board costituito dai rappresentanti legali delle 48 associazioni culturali di Sciacca con un ruolo consultivo e di controllo.
RICONOSCIMENTI
Oggi siamo sul sito di Invitalia, menzionati tra le Best Practice più innovative del settore del turismo in Italia.
Siamo inoltre risultati primi al bando Bravo Innovation Hub rivolto alle start-up più innovative nel settore Turismo&Cultura in Italia e abbiamo di recente vinto, su 595 candidature, il primo premio di WelfareCheImpresa!, un programma di capacity building per progetti di welfare ad alto potenziale di impatto sociale, economico e ambientale.
Siamo stati definiti un laboratorio di ingegneria sociale unico in Italia per la quantità di persone coinvolte, ma soprattutto per la trasversalità dei soggetti coinvolti, e per il cambiamento generato in appena due anni di attività e durante il periodo covid.
REPLICABILITÀ
Oggi ci viene richiesto da più parti, e non solo in Sicilia, di replicare il modello supportando altre comunità, affiancandole per avviare lo stesso percorso di Welfare di Comunità. E siamo pronti a farlo agendo su tre leve:
1) generare CONSAPEVOLEZZA del patrimonio disponibile, ma non ancora valorizzato;
2) abilitando COMPETENZA nel trasformare le risorse in valore sociale culturale ambientale, economico, umano;
3) attivando CONNESSIONI, ovvero la comunità, quelle sinergie necessarie per fare in modo che lo sviluppo duri nel tempo perché sarà portato avanti dalle persone che abitano su quella porzione di territorio.
